L’Italia è su Marte con InSight

Elon Musk stima che entro sette anni l’uomo andrà su Marte, noi ci andiamo più cauti, limitandoci a dire che il “primo uomo marziano” è probabilmente già nato, e sarà lì tra 20 o 30 anni. Il grande lavoro che si sta facendo è comunque di primaria importanza perché ci permette di conoscere meglio Marte, sia per approfondire le origini del nostro Sistema Solare, sia per programmare le missioni future che porteranno al prossimo “piccolo passo per l’uomo” sul Pianeta Rosso.

In particolare, il lander InSight, atterrato sul Pianeta Rosso lo scorso 26 novembre 2018 alle ore 20:52 (ora italiana), è equipaggiato con un sismometro, per studiare i terremoti marziani, e con una sonda termica, per monitorare il flusso di calore proveniente dall’interno del pianeta ad una profondità di 5 metri. Due sensori principali per un obiettivo duplice: indagare sulla formazione dei pianeti rocciosi, in primo luogo Marte, ma anche Terra e Luna, e ricavare indizi sulla possibile abitabilità del sottosuolo da parte di qualche forma di vita.

In tutto questo l’Italia è saldamente presente. La Divisione Sistemi Avionici e Spaziali di Leonardo ha fornito alla sonda lo Star Tracker, uno dei sensori fondamentali per la guida della sonda nel suo viaggio su Marte, capace di calcolare l’orientamento della stessa ogni decimo di secondo. L’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con il supporto di ASI – Agenzia Spaziale Italiana, ha sviluppato LaRRI (Laser Retro-Reflector for InSight), microriflettore laser che fornirà la posizione accurata del lander durante la sua esplorazione. Infine, in Sardegna, un team specializzato ha seguito in diretta l’ammartaggio, ricevendo i segnali di InSight grazie alla Sardegna Deep Space Antenna, grande parabola del radiotelescopio SRT.

Grazie alle importanti informazioni che potrà raccogliere, il lander aprirà anche la strada alle prossime missioni, tra cui quella europea a guida scientifica e industriale italiana: Exomars 2020, su cui si lavora in larga misura in Lombardia. Nella nostra regione, infatti, parti importanti vengono sviluppate da Thales Alenia Space Italia e dalla Divisione Sistemi Avionici e Spaziali di Leonardo. Dai pannelli fotovoltaici per l’alimentazione del veicolo spaziale e del Rover, alla speciale trivella che sarà montata su di esso e con la quale per la prima volta si scaverà nel sottosuolo di Marte ad una profondità di 2 metri, fino ad uno strato che potrebbe conservare tracce di vita passata o presente. Altre parti di produzione lombarda sono le unità di potenza ed il computer di bordo, completamente dedicato alla guida autonoma sul suolo marziano. Inoltre, all’interno della trivella si trova lo spettrometro Ma_Miss (Mars Multispectral Imager for Subsurface Studies) per l’analisi dell’evoluzione geologica e biologica del sottosuolo marziano, realizzato da Leonardo per ASI.

Per concludere, usando le parole del commissario straordinario di ASI, Piero Benvenuti, “potremmo dire che non c’è sonda che studi Marte senza il contributo italiano”.