Grandi imprese e Pmi, lo scenario nel distretto aerospaziale lombardo


Gli aerei e gli elicotteri del domani non saranno lontanamente simili a quelli di oggi. Molte figure che avremo bisogno in futuro non siamo ancora in grado di definirle. Il cambiamento è alle porte e le aziende del territorio hanno voglia di stare al passo”. È così che Angelo Vallerani, Presidente del Lombardia Aerospace Cluster, ha concluso il primo degli incontri del ciclo intitolato Tempi Moderni 2050”. Una serie di appuntamenti divisi in tre città dello Stivale per analizzare la tradizione manifatturiera e artigianale italiana, che ha preso il via in provincia di Varese, precisamente tra i muri di Volandia, il museo del volo a Somma Lombardo e che proseguirà facendo tappa prima a Lecce e poi a Bologna.

L’evento, organizzato dalle Fondazioni Leonardo – Civiltà delle Macchine e Giangiacomo Feltrinelli, ha portato al centro del dibattito l’importanza delle competenze dei distretto industriali per creare nuove reti capaci di favorire la contaminazione tra la ricerca e la formazione, da un lato, e la realtà produttiva dei territori, dall’altro. Un duplice patrimonio, materiale e immateriale, che fa di Varese un polo d’eccellenza nel settore aerospaziale. Una sinergia tra risorse che il Lombardia Aerospace Cluster cerca di favorire fin dalla sua nascita nel 2009: “Il Cluster persiste su quella strada industriale da cui è nato, ovvero quella dell’esigenza di aggregare le competenze del territorio nel settore. Le aziende devono essere in grado di capire quali sono le nuove traiettorie strategiche col supporto e la collaborazione delle Università e delle Istituzioni”. È con queste ultime, in particolare, che, secondo il Presidente Vallerani, ci deve essere un rapporto ancora piùstretto: “È fondamentale proprio per le esigenze del settore; soprattutto in questo momento storico in cui si parla di Pnrr tramite il quale si possono sfruttare delle risorse importanti per affrontare le sfide del futuro. Oggi non esiste quasi più la figura del perito, ma tramite gli Its e le Università si riesce a formare delle professionalità vicine a quelle ricercate dalle aziende. L’obiettivo è quello di creare sul territorio, sempre più globalizzato, le competenze e gli strumenti per poter competere anche all’estero”.

Parole condivise da Claudia Mona, Vicepresidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e Managing Director della Secondo Mona Spa: “Le imprese, oggi, soprattutto in seguito alla pandemia, si sono dovute adattare a requisiti in un certo senso olistici. Progetti di welfare, sicurezza aziendale, digitalizzazione. Ciò impone uno sforzo enorme per le Pmi che si interfacciano con realtà più grandi. Ecco che allora l’asticella si alza sempre di più e la formazione si afferma come un asset fondamentale nel nostro settore. La figura dell’operaio generico di una volta nelle nostre imprese non esiste più”. E sulle prospettive future, ha aggiunto: “Nell’industria aeronautica è sempre un po’ una bilancia che a seconda delle epoche geopolitiche e storiche, pende da una parte o dall’altra, tra il civile e il militare. Il segreto è cercare di essere il più possibile bilanciati con diversi velivoli, diversi programmi e in diversi segmenti del mercato”.

La provincia di Varese, da sempre definita “multi-distretto produttivo”, rappresenta una realtà territoriale con un diffuso spirito imprenditoriale che si è concretizzato nei più diversi settori economici. Il territorio varesino che ha assistito allo sviluppo dell’industria tessile e di quella metalmeccanica fin dall’inizio del secolo scorso, oggi rappresenta un polo di eccellenza per il settore dell’aerospazio, con un sistema integrato di imprese, università e centri di ricerca dotato di competenze tecnologiche d’avanguardia. Ma quali sono i vantaggi del modello dei distretti in un settore ad alta tecnologia come l’aerospazio? In che modo le grandi aziende del territorio possono trainare lo sviluppo delle diverse reti produttive?

“Il distretto aerospaziale della Lombardia è una realtà che lavora in sinergia da tempo, ma non in tutti i settori e in tutta la regione è così. Quella dell’aerospazio lombardo può essere di esempio per altri distretti – ha esordito Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia –. Gli imprenditori sanno dove devono andare; noi come Regione possiamo fare da collante tra il settore pubblico e quello privato, agevolando le imprese nel trovare gli strumenti affinché possano raggiungere i loro obiettivi. Abbiamo tutti gli strumenti, dobbiamo ‘solo’ saperli applicare. Possiamo fare la differenza se cogliamo la sfida: creare una forte collaborazione tra pubblico e privato”. Su quali fronti? Per Guidesi lo scenario è chiaro: “Il pubblico deve intervenire quando la catena del valore si interrompe. Per esempio, sui campi della formazione e della ricerca”

Come ha affermato Giacinto Carullo, Chief Procurement & Supply Chain Officer di Leonardo, “quello aerospaziale lombardo è un settore di altissima tecnologia fatto di due strade. Da una parte, la via dell’adattare; dall’altra, quella dell’evolvere. Un connubio tra capacità di adattamento e di evoluzione che è proprio di questo distretto”. E ha aggiunto: “Leonardo, essendo una grande azienda che vive in prima linea il mondo aeronautico, ha la possibilità di conoscere le tendenze e quindi influenzare e guidare una serie di skills in tutta la filiera. Sono diverse le aree per cui ci rivolgiamo ai nostri fornitori, sulle quali andiamo a prestare la formazione con delle nostre capacità interne e sulle quali andiamo a misurare la supply chain nell’ottica di poter garantire una crescita di competenze”.


fonte: Varesefocus clicca qui